San Bernardino, uno dei grandi santi del ′400 era nato nel 1380 a Massa Marittima, dalla nobile famiglia senese degli Albizzeschi. Rimasto orfano dei genitori in giovane età fu educato a Siena dalle zie, dove trascorse la sua giovinezza fino a ventidue anni, quando vestì l′abito francescano. Divenne uno dei principali propugnatori della riforma dei francescani osservanti. Devoto al santo nome di Gesù, faceva incidere il monogramma JHS su tavolette di legno, che dava a baciare al pubblico presente al termine delle sue seguitissime prediche. Dotato di feconda e convincente oratoria, i discorsi di Bernardino sono giunti fino a noi stenografati dai suoi discepoli e tuttora se ne conservano le copie. Aveva parole durissime per quanti "rinnegano Iddio per un capo d′aglio" e per "le belve dalle zanne lunghe che rodono le ossa del povero". La sua morte avvenne nella città dell′Aquila, nel 1444, dove era giunto in pessimo stato di salute e non poté tenere il corso di prediche che si era prefisso. Le cronache tramandateci ci dicono che il suo corpo dentro la bara cominciò a versare sangue e il flusso si arrestò soltanto quando le opposte fazioni di cittadini dell′Aquila si rappacificarono. I frati che lo accompagnavano volevano riportare la salma a Siena ma gli aquilani lo impedirono e concessero solo gli indumenti indossati dal frate, che ora si conservano nel convento della Capriola a Siena. Nelle città dove visse furono costruiti celebri oratori, chiese e mausolei come quello di S. Bernardino nella omonima chiesa dell′Aquila dove riposa. Il Santo è patrono di Pelos, compatrono di Siena, di Massa Marittima, di Perugia e dell′Aquila. La sua festa si celebra il 20 maggio.
LA CHIESA
La chiesa parrocchiale di Pelos è dedicata a S. Bernardino da Siena. L′edificio religioso si presenta in stile gotico a navata ottagonale con soffitto a stella bicentrica disegnata con costoloni in rilievo. Nel 1947 fu ricostruito quasi integralmente, mantenendo le caratteristiche architettoniche delle cappelle del XV secolo, edificate in ambiente montano. La parte più antica è però costituita dal coro, appartenente al quattrocentesco edificio originario, nella cui parete di fondo si trova un affresco in forma di trittico datato "1498 adì 17 setebrio" attribuito al bellunese Giuseppe di Cividale. Raffigura la Vergine con Bambino e i Ss. Bernardino e Antonio abate; in alto Dio Padre benedicente. Di rilievo, in presbiterio, l′altare ligneo policromo intagliato e dorato, opera dei fratelli Chiantre di Vigo. La pala, olio su tela del XVI secolo (Marco Vecellio?) raffigura la Madonna e i Ss. Bernardino, Pietro e Daniele. Sulla parete di sinistra si trova la riproduzione (opera di Paiutta) della "Predica di S. Bernardino in piazza S. Francesco" del pittore senese Sano di Pietro (1406 - 1481). Di fronte, sulla parete di destra, è posto il dipinto con Madonna, S. Fermo e S. Rustico, olio su tela opera di Tomaso Da Rin Betta di Laggio (1838 - 1922). Sempre a destra, verso il presbiterio, l′altare della Madonna accoglie la statua lignea dell′Immacolata, che viene portata in processione l′8 dicembre di ogni anno. Nella parete di ingresso, sula sinistra, una teca a muro contiene le reliquie del Santo Patrono, protetta da una grata in ferro battuto. Molto interessanti le formelle della Via Crucis, fuse in bronzo; opera dello scultore Franco Fabiane di Belluno (1989). Il piccolo organo positivo a trasmissione meccanica fu costruito da Rosario Chichi.